Per loro, ragazzi adolescenti, quella bambina non esisteva.... lei era lì solo per giocare, ma non con le bambole... doveva solo ubbidire e non dire a nessuno quello che loro le facevano, era un segreto. Quella bambina non doveva piangere a quel gioco da grandi, a lei quel gioco non piaceva, ma a loro non importava, bisognava fare la brava e non discutere. Come tutte le bambine, amava passare il tempo con le bambole, a volte, indossando quel cappotto di color rosso... e quelle oramai diventate piccoline, scarpette rosse, se ne stava seduta sui gradini di casa a guardare e dare una forma buffa a quelle nuvole bianchissime, poi... sognava di costruire castelli di ogni genere... ma non sapeva - non avrebbe - mai immaginato che quel gioco le avrebbe segnato la sua esistenza. Col passar degli anni, quella bimba si rese conto che quel gioco, non era proprio così bello da fare con i maschietti, si sentiva sporca ogni volta che si guardava allo specchio e le tornavano in mente quei gesti. Quante volte si chiedeva... perché! Perché non poteva dire a qualcuno, quello che sentiva e che provava? E perché nessuno mai le aveva detto, quel gioco era da grandi e lo si fa solo con la persona che si ama? Troppe domande espresse in silenzio. Ma col silenzio non ha trovato nessuna risposta.
... E giorno dopo giorno, quel gioco diventò un segreto da dover nascondere sotto un pietra... Quella bambina... aveva desiderato un'infanzia come tutti i bambini del mondo e crescere con serenità e nell' affetto di quelle persone di cui lei si fidava! Il tempo con gli anni è passato, lei ormai è cresciuta, è una donna e raggiunse la definitiva intima certezza che quella ferita è tuttora profonda e non riuscirà mai a cicatrizzarsi, questo perché quel gioco ancora è presente nei suoi pensieri sempre!
Nel ricordo di quel "gioco"... lei era - ed è tuttora - la bambina che non esisteva...
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