"E' da tanto che aspetto! Perché non vieni nel mio sogno infinito? Sarà la nostra favola, ma se questo è un bel sogno, non torneremo più... questo mondo appartiene... solo a noi."
mercoledì 20 gennaio 2010
Ancora lacrime
Mi manca il magico del quotidiano e la sua bellezza perché sento d'esser prigioniera di quel qualcosa che - ora - abita in me.
Cerco di asciugare le lacrime - quelle lacrime - di un perché che forse è solo il mio. Devo capire per stare meglio, vorrei essere confortata dal mio dolce pensiero e avvertire una mano di un amico sulla spalla, ma... credo che per superare questa angoscia, il conforto lo devo cercare - trovare - da sola e troppe sono le parole che graffiano come artigli non solo il cuore, ma il mio essere fiore. Nonostante questo mio sentirmi fragile credo che,
intorno a noi - intorno a me - cresce colorato il miracolo di vita e nascosta è l'assoluta consapevolezza. Sta nelle creature più piccole e forse... nei pensieri di fanciulla che desidera solo gioia e felicità.
Il segreto delle parole è in ognuno di noi, in ogni parola si nasconde un segreto, un segreto da difendere, da proteggere, per questo... ci sono i ricordi.
Ricordi di un amico che mi vuole bene.
giovedì 7 gennaio 2010
Da " Memorie di una geisha"
Il cuore muore di morte lenta, perdendo ogni speranza come foglie, finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla. Lei dipinge il viso per nascondere il viso, i suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare, non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un'artista del mondo che fluttua, danza, canta, intrattiene tutto quello che vorremmo. Il resto è ombra, il resto è segreto.
Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile, senza i suoi misteri non può soppravvivere. Di certo non ero nata per una vita da geisha, come molte cose nella mia strana vita, ci fui trasportata dalla corrente. La prima volta che seppi che mia madre stava male, fu quando mio padre ributtò in mare i pesci, quella sera soffrimmo la fame, "per capire il vuoto", lui ci disse. Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno, radicata al terreno come un albero sakura. Ma a me diceva che ero come l'acqua, l'acqua si scava la strada attravverso la pietra, e quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco.
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